6kUpjUtLlr/ Febbraio 8, 2016/ Uncategorized

Latte di soia, avena, riso o cocco: le bevande vegetali fanno bene?

Il paniere Istat 2016 ha messo in evidenza le nuove abitudini degli italiani. Tra queste spicca il consumo, in crescita, delle bevande vegetali, meglio conosciute (erroneamente) come latte di soia, di avena e di mandorla soltanto per citarne alcune. Chi dovrebbe consumarle in alternativa al latte vaccino e perché? Quali sono le proprietà nutrizionali? Abbiamo parlato di bevande vegetali con l’esperto di OK Costantino Motzo. Responsabile del servizio di dietologia e nutrizione clinica per la donna al Policlinico universitario di Cagliari, è professore a contratto di scienze dell’alimentazione alla facoltà di medicina del capoluogo sardo (puoi chiedergli un consulto qui).

Le bevande vegetali piacciono sempre di più agli italiani. Che cosa è cambiato?

Negli ultimi anni le bevande vegetali, o drink alla soia, al riso e all’avena, da prodotti di nicchia hanno conquistato un posto sempre più importante sulla tavola degli italiani, tanto da entrare nel nuovo paniere Istat. L’offerta è cresciuta e ad oggi si possono trovare diverse qualità, a lunga conservazione, fresche, addizionate di cacao o vaniglia.
Le bevande vegetali sono generi di prodotti cosiddetti “esotici”, come ad esempio il latte di cocco, che non rientrano nella nostra tradizione, ma che sono entrate a farne parte riscuotendo un crescente interesse tra i consumatori. Solleticano la curiosità del compratore e le motivazioni sono varie. È giusto provare nuovi cibi, anche perché alla base di una corretta alimentazione ci deve essere la varietà degli alimenti, ma alle volte ci piace vedere l’alternativa (in questo caso al latte vaccino) migliore di ciò che conosciamo e consumiamo da tempo. Cerchiamo un po’ la scorciatoia, attribuendo proprietà miracolose ad alimenti che non ne hanno, o ne hanno soltanto in parte, perché non esiste un unico alimento indispensabile e in grado di farci stare bene.
Al di là della moda del momento, le bevande vegetali sono ottimi prodotti che possono integrare la dieta quotidiana, sono un’alternativa al latte vaccino e preziose fonti di molti nutrienti.

Conosciamole più da vicino.

Le bevande vegetali possono essere di tre tipi: a base di cereali, di legumi o di semi. Al primo tipo appartengono quelle ottenute da riso, avena, orzo, frumento, kamut, quinoa, miglio e grano saraceno. Quelle di legumi sono di soia, arachidi, piselli e lupini. Infine, tra quelle di semi troviamo le bevande di cocco, mandorle, nocciole, pinoli, sesamo, anacardi, semi di girasole e noci.
Sono una valida alternativa al latte vaccino, consumate da chi, per motivi di intolleranza o di gusto personale (ad esempio i vegani), preferisce un surrogato al latte di mucca. I drink a base di soia, di riso o di avena, a differenza del latte vaccino, non contengono il lattosio che è nel 90 per cento dei casi il responsabile delle intolleranze. Anche le proteine del latte possono dare allergia.
Le bevande vegetali ricordano nell’aspetto il latte tradizionale, possono essere consumate a colazione, calde o fredde e sono anche ampiamente utilizzate per la preparazione di salse e dolci. Nel linguaggio comune sono conosciute come “latte”, ma soltanto il latte di provenienza animale può chiamarsi tale.
Principalmente, sono una ricca fonte di calcio, ma anche di proteine, di carboidrati e di minerali. Possono essere addizionate di calcio, vitamina B e D, alcune qualità sono prive di glutine e a basso contenuto di grassi. Spesso sono addizionate di olio di girasole. In commercio si trovano anche varietà più golose al gusto di cacao o di vaniglia.

Analizziamo le bevande vegetali più diffuse.

Al primo posto troviamo i drink alla soia, che sono una fonte naturale di calcio. Anche le proteine sono elevate: 7,2 grammi in un bicchiere. Sono indicate per le donne in menopausa, ma attenzione a chi deve limitare il consumo di estrogeni perché la soia, così come i legumi in generale, sono ricchi di fitoestrogeni.
La bevanda a base di riso ha un apporto di proteine meno elevato rispetto a quella di soia, ma ha un sapore più delicato ed è una buona fonte di carboidrati (21 grammi a bicchiere) oltre che di calcio. Per il suo sapore dolce e morbido questo drink è impiegato nella preparazione di salse, budini e dolci raffinati.
La bevanda di mandorla è un po’ più calorica, 146 calorie a bicchiere, e grassi: 10 grammi. È meno ricca in proteine (3,8 grammi) e non contiene calcio.
Abbiamo accennato al “latte” di cocco, che è povero di grassi (0,9 per cento) e contiene appena 20 calorie per 100 ml. Pochi anche i carboidrati e le proteine, mentre ha un buon apporto di calcio.

Come orientarsi nella scelta?

A seconda del gusto personale, senz’altro, e ricordandosi, come per tutti gli alimenti, di leggere l’etichetta degli ingredienti. Preferiamo, quando possibile, prodotti biologici e freschi. Non tralasciamo la provenienza: le aziende italiane sono molto controllate, al giorno d’oggi trovare alimenti fuori norma è difficile, mentre altri paesi hanno legislazioni differenti dalla nostra. Preferiamo quindi prodotti di origine italiana.

Negli ultimi tempi il latte vaccino ha perso popolarità. Se non si soffre d’intolleranza, è sempre meglio quello tradizionale o un surrogato?

Il latte di mucca fa parte della nostra alimentazione da sempre e rappresenta uno degli alimenti più completi: è ricco di grassi, vitamine, sali minerali, calcio, carboidrati e proteine. È facilmente assimilabile, pratico ed è tra gli ingredienti base di una corretta colazione, per adulti e bambini.
La “diffidenza” di oggi verso il latte vaccino è figlia della cattiva gestione di alcune aziende che decenni fa, per forzare la produzione, alimentava le mucche con sostanze al limite dell’illegalità. La colpa non è del latte né delle mucche, che sono quello che mangiano, ma dell’uomo. Bisogna ritrovare l’autenticità dei prodotti, non soltanto nel latte, ma in tutti gli alimenti, per riappropriarsi del vero sapore dei cibi.

Eliana Canova

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Fonte: Ok Salute – Latte di soia, avena, riso o cocco: le bevande vegetali fanno bene?

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