Epatite C: con i nuovi farmaci guarigione quasi per tutti
Più di trenta mila persone con epatite C curati in Italia con i farmaci innovativi con tassi di guarigione pressoché totali. Questi i risultati evidenziati all’incontro voluto dal ministero della Salute sulla campagna di sensibilizzazione contro l’epatite C intitolata ‘Senza la C‘, promossa da sei associazioni nazionali di pazienti.
Nel nostro Paese le persone affette da HCV, virus che provoca l’epatite C, sono circa 160/180.000. Numeri molto distanti da quelli che si conoscevano finora che parlavano di una forbice compresa tra i 700.000 e il milione di pazienti, che comprendeva anche le stime del “sommerso” ovvero pazienti che devono ancora scoprire l’infezione. Le cifre, però, si basavano su studi epidemiologici di 20 anni fa, ormai obsoleti. Nonostante i grandi progressi in Italia muoiono anche circa 10.000 persone a causa dell’HCV.
Le categorie più colpite sono i tossicodipendenti per via venosa e i carcerati. L’infezione da epatite C colpisce il 32,1% delle persone in regime di detenzione che appaiono oggi come la prima emergenza sanitaria da affrontare anche in considerazione del fatto che l’epatite cronica attiva evolve in cirrosi epatica.
La consapevolezza – uno dei temi cardini del PNEV, il Piano Nazionale per la prevenzione delle epatiti virali da virus B e C del Ministero della Salute – è il primo passo per contenere la diffusione dell’infezione, facilitare la conoscenza delle modalità di diagnosi e l’accesso alle cure. Ed è appunto in quest’ottica, e con l’attesa che le cure possano essere garantite al più ampio numero di persone, che le Associazioni proponenti si sono fatte promotrici della campagna.
Ecco perché questa campagna, realizzata con il contributo non condizionato di Abbvie, è così importante. Disponibili un sito dedicato – www.senzalac.it– e la distribuzione di brochure informative nelle farmacie italiane e in oltre 3.000 punti di aggregazione tra i quali i centri di infettivologia, i SerD, servizi per le dipendenze delle Asl, le sedi nazionali e locali delle associazioni e i locali gay.
«Ora che siamo in procinto di uscire da questa prima fase di urgenza, dobbiamo prepararci a riprogrammare l’accesso alle cure e stabilire altri parametri, riproducibili e etici, per fronteggiare una grande popolazione di pazienti con vari gradi di malattia – afferma Stefano Fagiuoli, Direttore Unità complessa di gastroenterologia, epatologia e trapiantologia ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo. – La possibilità di “differire” ossia ritardare l’inizio della terapia potrebbe essere una strategia terapeutica con l’obiettivo di garantire un accesso graduale alle cure trattando i pazienti prima che sviluppino un quadro clinico grave. Pertanto, il paziente dovrà essere valutato sia in base al rischio clinico specifico per HCV, ma anche a fronte di tutta una serie di fattori concomitanti quali comorbidità, obesità, ipertensione, diabete, ma anche al suo profilo psicologico e sociale che ci permette di capire se il paziente è in grado di attendere l’inizio della terapia».
A Milano per combattere l’epatite C, parte il progetto Prometheus, il primo laboratorio mobile al mondo per rendere più efficace la lotta al virus dell’HCV. Si tratta di progetto di formazione itinerante unico al mondo a bordo del Cell Explorer, un laboratorio mobile supertecnologico dotato delle più sofisticate tecnologie interattive e virtuali. Coinvolgerà nei prossimi due mesi oltre 200 medici specialisti nella cura dell’HCV in diverse città italiane.
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Fonte: Ok Salute – Epatite C: con i nuovi farmaci guarigione quasi per tutti